sabato 16 marzo 2019

Sparizioni e saluti

Buon pomeriggio a tutti!
Oggi pomeriggio ho un laboratorio per bambini da affrontare,
speriamo di esserne come sempre all'altezza.


Uff devo smetterla di farmi delle aspettative.
Nella vita le aspettative sono quelle cose che ti fanno inciampare al punto da sbattere la faccia per terra e farti venire un senso di nausea e infine un mal di testa epico.
Insomma ti fanno stare male.
Così, come quando speri di aver ricevuto un messaggio da amici che non senti da tempo, da persone che inaspettatamente spariscono come le foglie d'autunno cestinate bellamente tra i rifiuti.

Ok, ok sto forse divagando?
No voglio sono dire che sono stanca di andare a cercare la gente, e la gente forse è stanca di cercare me.
Io cerco sempre in continuazione un rapporto stabile con gli amici, con la famiglia, con ogni essere vivente che sia momoso.


Poi però quando inizio un discorso, un momento piacevole, una riflessione, questa di colpo si stoppa perché dall'altra parte non c'è più intenzione di scrivere o rispondere o comunque ricambiare un messaggio che ho donato.
In questi anni pian piano sto scremando così tante persone per le cose più disparate, ma soprattutto per i silenzi che di colpo mettono un muro e creano stanza di una casa che sempre in interminabile costruzione.

Insomma dai, quando si inizia un discorso secondo me si finisce, quando ci si sente spesso si continua e quando non ci si sente per un po' lo sforzo da entrambe le parti per una telefonata e un "che bello risentirti, ma vorrei rivederti!" ci dovrebbe essere.
Ma forse mi vien da comprendere che siamo talmente diventati pigri e pieni di sé che nella vita forse è bene dire un diretto vaffanculo e chiudere la porta e stop.







Poi sbaglio e ci rimango male.

Ma spesso ci vuole.


Perché le persone credono di conoscerti.
Invece no.
E credono di averti conosciuta del tutto soprattutto.
Invece il mio vaffanculo non lo conoscono.

Quindi ciao, chiudo la telefonata, la chattata e vi saluto.



mercoledì 13 marzo 2019

Corri, Aspettative e ...e voi come fate!?

Ragazzi ma ci sono giorni che momosamente non ce la posso fare.

Tipo oggi: mi ero prefissata di fare 300mila illustrazioni 
(no, non è vero erano 5 ma volevo fare la momoganza e incutervi paura!), 
andare a danza, cucinare cose buone e poi guardare Gotham (sì, mi sta prendendo troppo, momotroppissimo!) e poi nanna con Mimo.

Invece cosa succede? 
Che l'unica costanza di sicuro è il mio lavoro di maestra di scuola dell'infanzia sull'orlo di una crisi di nervi ogni tanto (vabbeh dai si può perdere la pazienza, essere stanche, poi avere il ciclo, acciacchi della vecchiaia da 30 enne e oltre…).
Mentre il resto che avviene dalle 16:00 fino alle 20:00 è un mistero.





 Immaginatevi quattro ore, che sono tante, di cose da fare: si potrebbe fare l'universo di cose ed oltre!
Potreste fare shopping, andare dalla parrucchiera, leggervi un libro, guardare netflix come se non ci fosse un domani, fare salti sui tappeti elastici dopo aver bevuto birre ikea, divorare waffles dolci e salati insieme e instagrammarli instagrammando anche voi mentre li mangiate… insomma davvero un sacco di cose.
E invece...no!

Mai una momosa gioia!
Eh sì, perché dalle 16:00 hai aspettative altissime di fare illustrazioni, commissioni, guadagnare qualche soldino, così eviti di toccare il bancomat (perché ogni volta che tocchi il bancomat è un continuo promettere a te stessa che non lo toccherai mai più fino al mese prossimo… ahahahah!), fare palestra o danza per scaricare l'ansia e tanto altro, e poi tornare a casa cucinando cose buone e a caso lasciandoti andare all'ispirazione e guardare netflix nella grandiosa rilassatezza e pacchia.
Invece no.

Succede così: esci alle 16:15 dopo che un genitore ti intrattiene per psicoanalizzare il/la figlio/a e i suoi capricci, voli in macchina, arrivi nel traffico della mia città che è essa stessa una rotonda continua, vai a fare la spesa dove trovi gente che è in cassa con una sola cosa (solitamente il bere, o lo shampoo per capelli) e poi voli a casa che ti dici "Mi fermo 5 minuti!"...

ah no! Non puoi! 
Sono già le 17:00 e in un ora devi pensare a fare illustrazioni, chiamare una persona, mandare una email e preparare la cena per la sera che così vai a danza senza l'ansia di dover tornare a casa e non sai cosa preparare.
Si fanno le 18:30: "Cazzo! Devo fare il post per il blog! E devo ritagliare il materiale per i segnalibri dei bimbi, vedere case editrici per un albo illustrato che sto cercando di capire come cazzo fare…"
Eh già, tutto questo tempo diventano le 18:48.
Devo andare a danza.


Lo zaino è pronto. E la mia giornata è quasi finita.
Non ho fatto tutto quello che volevo fare, e le mie aspettative bruciano il mio petto, il cervello, i neuroni rimbalzano come degli poveri scemi e sono più stanca di prima.
Ad ogni modo sono le 18:49. Ora devo postare le immagini per il post e correre via.
Ditemi la verità: ma voi non vi viene il nervoso perché non riuscite a fare tutto?

Non ditemi "Lo puoi fare anche domani dai!" perché sennò…

Sennò si fanno le 19:00 e io sono ancora qua ad ascoltarvi!

Mannaggia momosa a voi!


sabato 9 marzo 2019

Instagram, La Rabbia e la Malattesa

Buongiorno a tutti!
Intanto è passata la festa della donna, e ho soltanto fatto gli auguri su Facebook con la streghetta Mimosita, e mi sono dimenticata di postarla momosamente qui (cercate su FB: Momo piccola dolce e spettinata!).
A parte gli auguri che auguro a tutte le donne, anche alle mamme che si sono lamentate del mio sciopero di ieri (di cui vi racconterò brevemente in un prossimo post, giusto per farvi capire come siamo messi ultimamente), ieri sera mi sono divertita con le mie amiche.
Sì, mi sono divertita tanto, fino a quando non ricevi messaggi da amici che non senti da tempo, senti una volta e mai più, giusto perché anche un solo scatto è una fonte fortissima di comunicazione ormai. 

Non ci si chiede più come stai.


Tanto si vede un selfie inutile dell'acquisto appena fatto, di un dettaglio di un tratto ripreso nell'attimo giusto, e il "come stai" e "cosa fai di bello ora nella vita" passano in un piano ormai inesistente, era una cosa che tempo fa si faceva tra amici e amiche, morosi, amanti, calamari giganti e mostri denti aguzzi.
Tempo fa un mio amico che consideravo come un fratello mi disse dopo che gli avevo chiesto come stai:

"Beh a te non te l chiedo nemmeno tanto vedo sempre le tue cose su INSTAGRAM quindi…"




Non avete idea del crimine che mi è salito.
Perché anche se son momosa m'incazzo.

E tengo dentro perché sai, non vuoi perdere le persone che ami.
 A lui non gliel'ho più detto.
Lui non lo sa, perché aspetto che lui un giorno cambi affermazione se mai ci rivedremo.
E così invece faccio doppia momosa cavolata perché nessuno mi rispetta e poi danno per scontato di avere ragione loro…

Eh no! Non si momofa!
Possiamo continuare ad amare i nostri selfie per il nostro ego, (amo farmi le foto, fotografare i miei momenti, di disegno, di bellezza, di acquisti e di quel momocazzo mi pare), ma torniamo anche a vederci seriamente, mannaggia a noi!
O con una semplice uscita, di quelle che quel che capita capita perché deve capitare.
Le cose non capitano a caso, ma per il momoso caso. 
Poi le Persone sono Belle perché ti fanno Sentire. 

A volte però troppo, ecche momocazzo!
Il mio Sentire di oggi è Rabbia in una MaLATTESA.

Perché aspetto, aspetto che siano sempre gli altri a cercarmi, poi quando arrivano mi trovano che sono arrabbiata o semplicemente stanca di aspettarli.
Così Parlo, perché quest'anno mi sono imposta e data l'obiettivo grandissimo di Parlare.
Parlare è difficile. 
Per me è stata la mia maledizione sin da quando ero piccola.
Se vi ho raccontato in precedenti post che le prime parole che ho detto a mia madre sono state "Chiudi il Becco!" forse da qui si traggono già delle riflessioni a riguardo.
Ad ogni modo non voglio chiudere il becco a nessuno.

Voglio sono dire quello che penso, che sento, senza la paura che qualcuno mi getti via come se fossi cartastraccia, o la persona brutta e cattiva che in realtà non sono.
Sono pessima, sono così.
Ma non sono brutta, nemmeno cattiva.
Tutto questo per dire solo che sono arrabbiata con chi pensa che solo postando una mia foto e un mio disegno significa che io stia bene.
Che poi a volte negli ultimi tempi fai osservare questa cosa, e senti di aver esagerato o aver attaccato quella persona e questa sparisce e hai paura di averla persa per sempre.
Magari sono nervosa, magari sono felice, magari ce l'ho col mondo scontato come oggi.
Un tempo avevo più voglia di uscire per ascoltare il mondo e poterci interagire.
Oggi ho capito perché interagisco soprattutto col disegno: 
perché ho Paura di ciò che potrebbe dirmi il Mondo nelle mie aspettative.
Così forse da oggi dovrò smetterla di farmi delle aspettative.
Vorrei bene a tutti, vorrei rivedere tutti quelli che sto smarrendo per colpa degli impegni e tempo miei e loro, ma non è facile, e bisogna fare delle scelte.

E sono stanca di aspettare.
Aspettare spesso non è la scelta giusta.
Bisogna andare e raggiungere lo stesso i propri obiettivi, nel bene e nel male.
Con gli amici, o senza
Di sicuro questo è un momento, una giornata
che sento arrabbiata e in malattesa.
Ma vedrai che passa.
Tutto passa.
Però per ora la tengo un po' con me.
Perché è una Vitamina che mi fa bene.
Ogni tanto.
Ma fa bene.

.




lunedì 4 marzo 2019

Le Botte di MomoC

Buona sera a tutti!
Finalmente sono riuscita a quest'ora a pensare di concludere qualcosa nella giornata,
appunto scrivere un post su questo blog, sistemare l'orologio nuovo faigo,
scancherare col pc nuovo faigo,
pensare a delle illustrazioni per dei concorsi faighi…
insomma ho capito sento che questo periodo è proprio Momo Faigo.
Peccato che arrivino le botte di MomoC per ricordarmi che 
è iniziata la settimana e...





Ecco il suo punto di vista.
Dice che io devo scivolare come una momopirlotta già dalle scale,
prendere lo scalino di chiappa destra e domani
di sicuro quando andrò in palestra sentirà i dolori del 
meraviglioso e momosissimo ematoma che mi ritroverò.
Fantastico questo momoso Lunedì, vi pare?
Comunque a parte gli scherzi, in compenso in questi giorni
ho trovato per terra 22 centesimi: 10 cent venerdì, 2 domenica, e altri 10 oggi
tra un bar e un momoso sexy shop.
Adesso vi starete chiedendo in quali dei due sarei entrata eh???
Birbanti e Birbantesse!!
Vi vedo nei vostri pensieri momosi e altamente maliziosi,
ma siete momobelli così!
Speriamo che le momose botte di MomoC continuino meglio appunto,
basta che non mi rompa l'osso del collo, poi forse potremo arrivare a Venerdì!
Sì, sì seriamente! 
Anche perché la settimana è lunga eh!

A parte avervi raccontato con una vignetta uno sciocco aneddoto del lunedì,
ma era giusto perché volevo pubblicare una vignetta che ho disegnato poco
fa e non sapevo se metterla a post inutile di Facebook o cosa, è ora che mi mostri
disegnata e cambiata.
Sì, perché mi avete sempre vista piccola coi capelli rossi, ma ora no!
Eh no no!
E' ora che vi presenti la Momo grande.
Che è proprio quella che ormai vedrete sempre e vi piacerà pochissimo,
ma sono così quindi, salutatela:
Dai più Momo e non so, ha quel lato aggressive che fa tenerezza!
Del male non ne fa, ma se ne fate a lei…
altroché botte di MomoC!


venerdì 1 marzo 2019

Rinuncia, Fiducia...il weekend "Ucia"!

Ieri sera in realtà ho scritto un momoso post cazzata.
Va bene dai , ci sta.
Era per trovare il post serio.
Ogni tanto succede che si cercano le chiavi e non si trovino, giusto?
Mannaggia alle borse, borsette e zainetti!
Ora ho trovsato cosa volevo dire.
Sì, sto rinunciando ad alcune cose: biscotti allo zenzero dell'Ikea, a certe spesine, a certi momenti,
a certi abiti a certe...certe.
Per una settimana quasi è stata la mia compagna la parola "Rinuncia" che mi diceva:
Oggi rinuncia a questo….così stai meglio!
Ed era vero.
Forse il troppo storpia.
L'Unica cosa a cui non rinuncio però è almeno ad un disegno al giorno!
No quello mai!
Perché i miei disegni sono gli unici di cui sono certa di avere la fiducia assoluta.
"Non mi potrei fidare di te…" mi disse un giorno qualcuno, tanto tempo fa.
Strano, ma stamattina bevendo il caffè all'alpina e ustionandomi la lingua mi è proprio venuto in mente quel pensiero di quella persona che non vedo da tanto tempo.
Che poi si rivedrà e non si vedrà l'ora di rivedere, come ogni amico con cui si spera di rivivere momenti piacevoli a cui, appunto, non si può rinunciare.
Ma siamo presi dalla balia degli eventi per gli altri, che il sé spesso si dimentica di riflettere
sul vissuto degli altri, sulle esperienze precedenti, sul chiedere.
Chiedere "Chi sei stato!".
Ecco spesso bisognerebbe chiedere proprio chi sei stato, non chi sei.
Il Qui ed Ora bisogna viverlo giocando, ridendo, abbracciandosi.
Il Passato sarebbe bello vederlo come un Quadro in movimento a cui bisogna dare la fiducia di Uscire.
E a questo io non rinuncio.
Come il Disegno.
Si torna sempre lì.
Per questo oggi ho deciso che come parola voglio portarmi in tasca "Fiducia" e non rinuncia.
Perché alle persone voglio dire di Fidarsi di me.
 E a chi non lo fa, cimangio sopra un po' di liquirizia, il dolcino che ti vizia!
Comunque tra Rinuncia  e Fiducia, c'è una bella rima di sfida eh!
E io questo week end ho intenzione di non arrendermi nella rima Ucia!
Fiducia, sarai mia!