lunedì 21 ottobre 2019

Il lunedì e la fiducia: post sentimentale del cazzo


Parte il Lunedì, carico come non mai di aspettative, sogni, magie, emozioni, progetti, disegni, formazioni, compleanno Mimo, incastri e disincastri, mal di stomaco, sti cazzi, vaffanculo, le gioie, i messaggi WhatsApp e i vocali infiniti alle persone che non vedi da secoli.

Eccoci quà, e tra messaggi romantici e le parole che amo condividere con chi merita la mia persona di colpo ci sono frasi che ti fanno sentire il macigno e la tua considerazione diventa piccola e insignificante. Ti senti una briciola, una sottiletta, qualsiasi cosa comunque sia così fragile che può sparire.

Il mio stomaco a pensarci brucia e mi fa male. Fa male c'è poco da fare.

Farà male anche ogni volta che ci penserò. Che penserò a ciò che ancora non so.  Il futuro è un sogno, ma l'aspettativa è il peggior Incubo di noi stessi.
La fragilità di un Sentimento, ecco cosa fa male. Bisogna vivere l'attimo ma poi arriva l'aspettativa che disintegra ogni respiro. Lo soffoca e muore. A tutto ci sarà una fine.

Ma non oggi. Oggi non lo accetto. Ne ho piene le palle.

Mi avete rotto le palle con le vostre aspettative, soltanto perché potrei essere carina, simpatica , disegno cose e gne gne non significa che faccio quello che vi aspettate! Eh no! Avete rotto.
Un po' di fiducia nelle mie parole, suvvia! 


Chiedo un po' di fiducia nel peso dei sentimenti che dono e vorrei che venissero ricambiati senza aspettative.
Non ho aspettative verso il vostro agire, non ne voglio. Voglio vedere come giocate le vostre azioni.
Voglio darvi fiducia. Ecco, ma cosa dico, cos'è la fiducia?! 

<La fiducia interpersonale, sempre secondo Antonio Mutti, viene, allora, prioritariamente definita come «l'aspettativa che Alter non manipolerà la comunicazione o, più specificamente, che fornirà una rappresentazione autentica, non parziale né mendace, del proprio comportamento di ruolo e della propria identità. L'aspettativa di Ego concerne cioè la sincerità e credibilità di Alter, intese come trasparenza e astensione dalla menzogna, dalla frode e dall'inganno».[2]
In sintesi la fiducia, come viene sistematizzata nei suoi lavori dal sociologo italiano Antonio Mutti, può essere definita «come un'aspettativa di esperienze con valenza positiva per l'attore, maturata sotto condizioni di incertezza, ma in presenza di un carico cognitivo e/o emotivo tale da permettere di superare la soglia della mera speranza»[3], che tradotto in termini non scientifici significa questo: diamo fiducia perché ci aspettiamo qualcosa di buono dall'altro, ma non ne siamo certi, tuttavia le cose che sappiamo (il carico cognitivo) e quelle che sentiamo (carico emotivo) sono qualcosa di più di una mera speranza, quindi dopo aver fatto una sintetica ricognizione dei costi e dei benefici futuri, abbandonando le esitazioni, ci inoltriamo nel rapporto fiduciario. > cit WIKIPEDIA.

Beh amici carissimi, che altro dire?!
io vado a letto perché sono cotta e troppe parole non servono.
Sono stanca di pensare, scrivere e parlare.
Agiamo.
E viviamo di più.
Intensamente.
Autenticamente.
Con Fiducia.



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