giovedì 5 gennaio 2012

Memorie d'una caduta


Ero pensierosa quel giorno. Ricordo che pioveva a dirotto, e avevo una grande voglia di leggere.
Mio marito stava lavorando, e nemmeno ci eravamo visti per un “buon giorno”. Ma ormai erano giorni che facevamo così, non potevo farci nulla: il lavoro era il lavoro, e io ero pur sempre una donna che doveva attendere il suo uomo come ogni giorno.
Raggiunsi la biblioteca della dimora, accompagnata solo dal fragore della pioggia che si abbatteva sulle finestre. Le altre fanciulle non sapevo che cosa stessero facendo, ma in quel momento poco mi importava. Non volevo essere troppo impicciona nei confronti degli altri ospiti, non ne ero forse capace.
Così entrai nella biblioteca e mi guardai attorno. Non sapevo nemmeno da dove cominciare, a quale scaffale rivolgermi. Solo una cosa dovevo fare: scegliere una direzione, a caso. Così scelsi di andare a sinistra, e proseguii fino in fondo, per poi dirigermi verso le grandi vetrate. Quando rivolsi lo sguardo ai libri un grande lampo illuminò di colpo la stanza e un boato fece vibrare i vetri della finestra.
“Accidenti…” pensai spaventata. Poi mi misi a guardare i libri. Ce n’erano di svariati titoli e copertine dai colori sgargianti, e mi misi ad osservarli uno ad uno…. Peccato che alcuni di essi avessero delle pagine rovinate, quasi consumate dal tempo, che non si potevano nemmeno leggere. Così cercai più in alto e presi la scala che stava sulla mia destra appoggiata. L’appoggiai contro l’immenso armadio pieno di libri e cercai di trovare qualche titolo o copertina che mi potesse interessare. Dopo qualche istante che il mio sguardo si smarriva tra i colori delle copertine vidi un libro rosso scarlatto, e la copertina pareva più delicata rispetto alle altre rigide.
Così mi allungai per prenderlo, dato che era più in alto rispetto a tutti, ma ahimè mi sbilanciai.
Iniziai a barcollare sulla scala e capii che per me erano guai grossi se qualcuno non fosse corso in mio aiuto!
“Oh no!!” pensai e infine caddi proprio all’indietro.
Era il modo più stupido per morire…. Ma era anche il modo migliore per cadere tra le braccia di qualcuno. Proprio in quell’istante che mi vedevo morta qualcuno mi aveva accolta tra le sue braccia.

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