giovedì 29 dicembre 2011

SCATTI D’UN COLPO DI SONNO



Stavo ammirando la notte stellata da uno dei tanti grattacieli di Berlino, e ovviamente al mio fianco c’era sempre Erik.
Quella sera però lui era strano: era come assente o pensieroso.
“Erik?” chiesi, dopo un grande silenzio tra di noi. Gli avevo raccontato quasi tutta la giornata, e del mio concorso che avevo vinto. Ero riuscita a realizzare un progetto degno del mio corso, finalmente. Ma lui pareva non mi ascoltasse.
“Che vuoi!”chiese scocciato, continuando a rivolgere lo sguardo verso la Luna.
“Non sei contento del mio  piccolo successo? Oppure non mi hai ascoltato per niente?” chiesi. Lui non mi rispose, e se ne stava ancora  a fissare la Luna, in silenzio.
“Ok, ho capito che la Luna è più interessante, ma perché allora questa sera tu mi hai portata qui?” chiesi.
Si voltò verso di me.  Uno sguardo nuovo, intenso, d’una profondità inquietante mi fissava.
“Cos’hai? Sei strano stasera…” chiesi. 
Lui si avvicinò a me pericolosamente, per poi afferrarmi per le braccia.
Mi continuava a guardare con uno sguardo che si faceva sempre più spaventoso, ansimando.
“Erik?! Non stai bene?!” chiesi, cercando di capire cosa avesse.
 Ma nulla, lui si limitava a guardarmi. Poi si avvicinò al mio viso. E di colpi la mia vista si annebbiò. Fino a sparire.

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