domenica 11 dicembre 2011

IKEBUKURO STATION

Tokyo, stazione di Ikebukuro. Correvo sempre per prendere il treno e tutte le volte salivo.... per un soffio!
"Accidenti! Ci è mancato poco!" pensai, ansimando dalla fatica dopo la grande corsa.
Sembrava che vivessi su un treno, mi sentivo più a mio agio lì che a casa. Mi misi le cuffie alle orecchie  e ascotai un po' di musica rock dei mitici anni '80. La musica accompagnava i miei pensieri, sul treno, fino all'arrivo a casa. Finivo di lavorare alla cassa del mio negozio di dischi verso le cinque di ogni pomeriggio, giusto in tempo per correre per prendere il treno che mi avrebbe portato a Shinjuku.
"Tanta gente.... tante facce.... le stesse... ma i loro pensieri?" pensai, guardandomi un po intorno.
I vagoni erano sempre pieni di persone, e io stavo sempre stretta, nonostante fossi piccola e minuta.
 La mia vita è sempre stato un eterno correre tra lavoro, casa, amici, famiglia.
»Mayu ti aspetto da me per le sei, ok? mi raccomando, non fare come l'altra volta che ti sei addormentata!« lessi il messaggio sul cellulare che mi inviò Yuko.
Casa, amici e famiglia. Tutto ruotava attorno a quel triangolo come una trottolata impazzita. E tutti pretendevano le mie attenzioni. Quindi dovevo limitarmi a correre per gli altri.
Io correvo, ma io ero altrettanto importante?
 Quelle poche volte mi fermavo a pensare a perché esistevo o perché mai esistessi. E ogni volta non trovavo mai una risposta, o non avevo il tempo giusto per pensarci bene. Vivevo solo per lavorare, portare a casa qualche soldo, per le feste, per aiutare Yuko? E per innamorarmi? Fino ad allora non mi ero mai innamorata di nessuno. Temevo persino di non avere un cuore.  Alzai lo sguardo dal cellulare, mentre lo riponevo dentro la borsetta, e vidi lui, il ragazzo che ammiravo da quando avevo iniziato a prendere quel treno: Daisuke.
Proprio in quel momento mi accorsi di avere qualcosa che assomigliasse ad un cuore.

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