lunedì 3 ottobre 2011

Post-it "8"

"Otto: il giorno in cui sei nata tu, piccola luce....". Ebbene sì, era l'otto di ottobre. E mi ritrovai l'ennesimo post-it, appiccicato con molta cura, nella pagina della mia agenda che segnava quel giorno : l'otto di ottobre. "Ma dai?! Non lo sapevo!" pensai ridendo acida nella mia stanza. Non avevo ancora capito di chi si trattasse, nonostante avessi aspettato e provato a pensare a varie persone presenti in biblioteca di lunedì. Niente, nulla da fare. Mi guardavo intorno, magari delle persone sospette, qualcuno che mi spiasse o mi stesse più vicino del dovuto....niente, niente e ancora niente! "In ogni caso....è stato l'unico a ricordarsi di me...." pensai infine con tristezza. Era vero: nessuno mi aveva fatto gli auguri: i miei vecchi amici, i miei compagni di facoltà....ah...era anche vero che non avevo più amici o compagni! L'unico che poteva farmi gli auguri era la persona che ancora era già un miracolo se si ricordava di me: mio padre. Ma nulla. Attesi, come un cagnolino che aspettava il biscotto dal padrone, inutilmente. Non mi chiamò, non mi venne nemmeno a trovare. E così rimasi sola in casa, con la pioggia, a guardarmi la televisione sulla mia poltrona rossa. Lei era l'unica a trasmettermi un minimo di calore, un po' di affetto in tutta la sua morbidezza. Feci zapping per un po' fino a quando non trovai un canale di cucina. Vidi una ragazza sorridente che mostrava i vari ingredienti per una torta di fragole e panna. Adoravo le fragole e la panna: erano l'abbinamento più buono che potesse esistere sulla faccia della Terra. Forse l'unica cosa che in quel momento avrebbe cancellato un po' della mia tristezza. Non a caso la tizia in tv disse che quella torta era perfetta per una festa di compleanno. "Di certo non la mia festa..." dissi con amarezza. Ma nonostante tutto, più guardavo la torta, più mi veniva voglia di mangiarla. Così decisi: mi vestii, presi l'ombrello e la borsetta ed uscii. Almeno in quella uggiosa giornata di pioggia volevo realizzare un desiderio di quel momento, cioè accontentare il mio stomaco degustando un pezzetto di torta con panna e fragole. Camminai con l'ombrello rosso sotto la pioggia fortissima. Camminai per un quarto d'ora per poi giungere finalmente alla pasticceria più vicina. Aveva sempre splendide torte, pasticcini e faceva persino caffè e cappuccini. Il posto si chiamava "Choco Fantasy". Era spazioso, con fantasie bianche e nere sulle pareti, arredamenti completamente in bianco o nero. Quel giorno non non c'era nessuno a prendere una delle loro torte. "Buona sera." disse salutandomi con un grande sorriso la commessa. Quanto era carina la commessa: si chiamava Kaori e capelli lunghi e neri, sempre pettinati con due lunghe code che cadevano morbidi come boccoli giganti sulle spalle; occhi castano scuro truccati con una linea nera di matita, e le labbra piccole e rosa. Aveva una voce dolcissima che metteva il buon umore anche a chi non ne aveva. Quel giorno, che era il mio compleanno, ne avevo proprio bisogno. "Buona sera...volevo chiederti se avete della torta panna e fragole..." "Sì certo! Dovremmo avere ancora qualcosa...aspetta che dò un occhiata." disse lei e andò nella grande vetrata dei freezer. Una canzone di sotto fondo allietò quel silenzio e l'attesa per pochi istanti. Era Ayumi Hamasaki, una cantante molto famosa che adoravo sin dalle prime canzoni. Kaori arrivò con una grande torta panna e fragole, bastava almeno per cinque persone. "Mi scusi non ne può tagliare solo una fetta?" chiesi. Lei mi guardò sorpresa. "Noi le vendiamo intere, mi dispiace....non è per un compleanno?" ribadì lei col sorriso. "Sì...il mio compleanno....ma...io..." dissi e stranamente mi sentii soffocare da quella domanda. Era il mio compleanno, una festa solitaria dove avrei mangiato una torta buonissima facendomi gli auguri da sola. Che cosa triste, opprimente. "Quindi è per il tuo compleanno! Li compi oggi?" chiese lei, appoggiando la torta. "Sì...ne compio 25..." "Auguri! In ogni caso, purtroppo, te la devo dare così come è, non possiamo fare altri prezzi. Ordini del capo, mi dispiace." disse lei con dispiacere. "Non fa nulla, la offrirò ai vicini." dissi. Lei mi sorrise e fece il conto e pagai. "Allora ti auguro un buon compleanno e buona giornata!" esclamò lei col sorriso. "Ti ringrazio...a presto!" risposi e me ne andai. Aprii ancora il mio ombrello rosso, difedendo con tutta me stessa la preziosa torta enorme che non aspettava altro che essere mangiata. Quando arrivai, appoggiai la torta in cucina e poi corsi a vedere se c'era una qualche chiamata al telefono. C'era un messaggio: "Buona sera Nanako! Cosa fai di bello? Non sei a correre come la settimana scorsa? Quando ci vediamo per il famoso caffè?" Era Keiko. Tu-tum! Tu-tum! "Accidenti a me! Me ne ero completamente dimenticata!" esclamai. In quel momento mi prese il panico, dato che erano ben due settimane che dovevamo vederci. In ogni caso le risposi: "Ciao! Nulla di chè, ho preso una torta per il mio compleanno. Domani mattina ci vediamo se vuoi..." Attesi una risposta e pensai nel frattempo di tagliarmi un pezzetto di torta per poi metterla in frigo. Appena prima di poter assaggiarne una forchettata, mi arrivò una risposta: "Compleanno? Auguri! Allora a che ora ci vediamo?" Ci pensai a lungo: si erano fatte le nove e trenta di una sera piovosa e solitaria. Che compleanno triste, con tutta la torta da finire da sola! Poi mi venne un idea: "Ti faccio una proposta: e se ci vedessimo stasera a casa mia? Ti spiego più o meno dove abito..". Inviai il messaggio e attesi un po'. Si erano fatte le nove e cinquantacinque, e ancora non aveva risposto. "Secondo me non viene...." pensai. In quel momento pensai che nemmeno una mosca mi sarebbe girata intorno. Sola, sola e sola, ma un unico mistero mi girava intorno e si ricordava di me: qualcuno che mi scriveva dei post-it, con pensieri bellissimi...ma chi era?! Poco dopo il cellulare suonò: mi stava chiamando qualcuno. Forse era lei? Il mio cuore di colpo si mise a battere forte. Il numero non appariva sul display. "Pronto?" "Buon compleanno Nanako..." disse una voce sussurrando. "Chi...chi parla?" chiesi. Non rispose nessuno, e poco dopo cadde la linea. Rimasi a guardare il cellulare con aria perplessa. "Mah..." pensai. Riappoggiai il telefono sul comodino, ma dopo poco risquillò. Non guardai nemmeno chi fosse: "Pronto? Si può sapere chi è?" "Ciao Nanako sono io, Keiko..." "Ke-Keiko? Ah...ehm...ciao!" replicai con sorpresa. "Ciao, volevo chiederti se era ancora valida la tua offerta...dimmi dove abiti che ti raggiungo." disse lei. Tu-tum! Tu-tum! "Sì! Ti spiego bene....ma è facile, mi troverai subito!" dissi. Le spiegai più o meno dove abitavo, e nel frattempo non potevo credere di avere una visita a casa mia. "Capito! Bene, direi che vengo a farti visita...prepara un pezzo di torta, che mi farò una bella camminata e avrò una gran fame!" esclamò lei. In quel momento risi. Era da tempo che non ridevo così spontaneamente. E lei era riuscita con poco a farmi ridisegnare un sorriso. "A fra poco, ti aspetto." dissi. Chiusi la telefonata e pensai di attendere ma....tutto il disordine che avevo in stanza?! Dovevo assolutamente sbattere via tutte le scartoffie della mia scrivania e i vestiti piegarli in una maniera decente. Non c'era tempo da perdere! "Che cosa mi tocca fare per il mio compleanno e per di più a quest'ora?!" esclamai. In effetti si erano fatte le dieci, ma non mi diedi pe vinta. Così mi misi a preparare il mio piccolo appartamento alla velocità della luce sbattendo via un po' dove capitava le cose. Din-Don! "Ah! Già arrivata?!" pensai. Tu-tum! Tu-tum! Finalmente il mio compleanno era solo agli inizi. E il mio cuore iniziò ad ingranare grazie a qualche nuova emozione.

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